La boutique che parla alle persone, non agli algoritmi
- Simona Queirolo
- 8 giu
- Tempo di lettura: 1 min

C’è qualcosa che i numeri non raccontano.
I like, le visualizzazioni, le statistiche… dicono molto, ma non tutto.
Succede così, spesso in silenzio.
Un capo viene notato in una foto.
Qualcuno lo salva, o lo osserva più volte.
Poi ci scrive.
Oppure prenota una videocall.
Oppure entra in boutique e chiede proprio quel pezzo.
È un gesto reale, spontaneo, che non ha bisogno di passare dai riflettori.
Ed è lì che capiamo perché, anche sui social, scegliamo di parlare a modo nostro:
senza forzature, con attenzione, a chi ha uno sguardo più profondo.
Chopper Space non lavora per gli algoritmi, ma per:
chi preferisce ricevere una foto su WhatsApp piuttosto che scorrere mille contenuti
chi ama farsi consigliare con calma durante una videocall
chi sceglie un capo perché lo sente suo, senza doverlo mostrare a tutti
Per questo ci piace pensare di essere una boutique diversa.
Non rumorosa. Ma vera.
Che si fa trovare quando serve.
Che crea legami, non solo interazioni.
La boutique che parla alle persone, non agli algoritmi.
E che continua a credere che, anche oggi, uno sguardo sincero valga più di cento clic.
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